La Cura del Bosco. Essere e saper fare che creano convivenza
22 Novembre 2019Gli uccelli migratori, metafora degli umani migranti, approdano in un luogo del mondo dove trascorrere la primavera e l’estate. Con il sopraggiungere del freddo dovranno ripartire, volare in alto e cercare un nuovo altrove che possa accoglierli senza scatenare rifiuto o indifferenza da parte dei suoi abitanti.
Cosa accade quando due bambini si incontrano e diventano amici? Si può rinunciare alle proprie ali pur di riuscire a vedere, almeno per una volta, la neve?
Cosa faremo
Prendendo ispirazione dall’albo “Gli uccelli migratori” di Michael Roher, orienteremo immaginario, creatività e manualità nell’allestimento di una messa in scena dedicata ai bambini e a quegli adulti che non hanno perso la purezza del loro sguardo. Immergendoci nelle atmosfere narrative della storia daremo vita ai caratteri e alle diverse emozioni che li abitano. Il contatto con l’ambiente naturale, la luce, i suoni del bosco e i suoi elementi, ci faciliterà nei processi di mimesis e trasformazione. Il gioco sarà l’attività seria che ci permetterà un profondo contatto con l’altro e spunti di lavoro autobiografico permetteranno un altrettanto profondo contatto con se stessi. Un tempo del laboratorio sarà dedicato alla costruzione degli oggetti caratteristici attraverso cui, simbolicamente, la storia si snoda e si racconta.
Si prevede una condivisione della messa in scena con un pubblico durante uno degli eventi previsti dalla rassegna “Le Stagioni dell’Arca”
A chi ci rivolgiamo
Il laboratorio si rivolge a chiunque sia disponibile a farsi raggiungere da una storia delicata che con tratti poetici narra una delle questioni più controverse (emergenziali) che la nostra società si trova ad affrontare. Non sono previsti limiti di età né sono richiesti particolari requisiti se non la disponibilità a giocare, inventare, incontrare l’altro emozionandosi nella creazione condivisa.
A cura di Laura Bartoletti
Laureata in filosofia a indirizzo pedagogico, si è diplomata presso il Laboratorio di Teatro Corporeo e di Parola “Le Trasformazioni di Pictor” e presso il “Master in Pedagogia dell’Espressione” sotto la direzione di Gilberto Scaramuzzo.